Marco Aurelio: breve introduzione al pensiero filosofico

Per chi si sta approcciando per la prima volta allo studio del pensiero di questo filosofo, ma anche per chi vuole fare un veloce ripasso delle nozioni apprese durante il periodo scolastico, può essere utile una breve introduzione alla filosofia di Marco Aurelio, da leggere e rileggere ogni volta in cui si abbia voglia di perdersi tra le origini della filosofia.
La filosofia
Si è a lungo discusso sulla filosofia di Cicerone, passiamo ora a quella di Marco Aurelio e alla sua capacità di collocarsi perfettamente a metà strada tra il pensiero classico di ispirazione greca e il pragmatismo moderno di ispirazione chiaramente romana. Appartenente alla corrente stoica e concentrata sull’introspezione e l’attivismo politico, la filosofia di Marco Aurelio potrebbe essere definita come una vera celebrazione dell’Io a dispetto del mondo circostante.
Questa affermazione viene sostenuta non solo dai testi scritti direttamente dal filosofo, ma anche dal titolo che egli scelse di dare alla sua raccolta, arrivata a noi con il nome di “Colloqui con sé stesso”. Si tratta dell’unica opera di Marco Aurelio ma che, grazie alla sua corposità, ha permesso di inquadrare a dovere il pensiero dell’autore. I Colloqui, infatti, si suddividono in dodici libri, composti tra il 170 e il 180 a.C., durante le pause che l’imperatore si concedeva tra una spedizione militare e l’altra. Ricordiamo, infatti, che parte fondamentale della ricerca filosofica del periodo classico era la ricerca sull’Io, con lo scopo di automigliorarsi e di divenire cittadini migliori, attenti alle esigenze della comunità.
Questo pensiero che vede in Marco Aurelio uno dei suoi maggiori esponenti venne in realtà ispirato al filosofo dai suoi maestri, tra cui Diogneto, Quinto Giunio Rustico e Apollonio di Calcide. Il riferimento ai maestri di gioventù è possibile, grazie alla citazione che lo stesso Marco Aurelio fa in apertura del primo libro dei Colloqui. Si tratta, per noi, di fonti interessanti, alle quali poter fare riferimento per eventuali approfondimenti.
A colpire il lettore odierno è lo stile letterario che Marco Aurelio sceglie per la sua opera. Il testo, infatti, ricorda il linguaggio di Alessandro di Cotieno, grammatico e precettore dell’imperatore. Prima di procedere con l’analisi della filosofia dell’autore, è bene ricordare che il titolo che viene utilizzato per riferirsi all’opera e che noi stessi utilizzeremo nel corso di questa breve analisi non è l’unico utilizzato: molti sostengono che il titolo originale sia in realtà “A sé stesso”, ricalcando così l’idea che l’opera non avesse scopo divulgativo ma fosse in realtà una sorta di diario personale in cui Marco Aurelio in cui l’imperatore descrisse le sue idee filosofiche e al quale affidò una particolare descrizione di sé stesso.
L’istruzione
Abbiamo già accennato ai maestri dell’imperatore. Per i più curiosi, sarà certamente interessante sapere che l’istruzione di Marco Aurelio avvenne in casa, come era abitudine all’epoca. Ad occuparsi della scelta dei precettori del giovanissimo futuro imperatore fu il bisnonno, Severo, che optò per la nomina di Diogneto, maestro che si rivelò in breve il più influente per la formazione del giovane imperatore. Alcune fonti riportano che Marco Aurelio si lasciò affascinare talmente tanto dal maestro greco che iniziò a vestirsi alla greca, indossando mantelli di cotone ruvido e senza abbellimenti, proprio come facevano i filosofi greci.
Fonti non ufficiali riportano che l’imperatore iniziò anche a dormire sul pavimento e rifiutò, almeno per un periodo, la ricchezza che lo circondava, preferendo il sobrio stile di vita alla greca.
Un ruolo fondamentale nella formazione di Marco Aurelio viene rivestito dal già citato Alessandro di Cotieno, grammatico e noto studioso di scritti omerici che riuscì a trasmettere al futuro imperatore l’amore per le lettere, la scrittura e il lessico ricercato. Grazie alla presenza di questi due maestri di origine greca, Marco Aurelio riuscì ad apprezzare i costumi orientali e si lasciò guidare nella ricerca filosofica che non poteva non risentire del bagaglio culturale trasmesso dai precettori.
Il suo pensiero
I punti fondamentali della filosofia di Marco Aurelio sono da ricercare in primo luogo nell’idea di accettazione delle difficoltà e di eroica risposta ai diversi doveri che il ruolo di imperatore richiede. Se si ammette che il mondo e lo svolgimento dei diversi fatti è privo di senso e che la realtà è fin troppo mutevole per essere compresa, allora l’unica conclusione razionale in un mondo di caos è quella di ripiegare sull’interiorità, dominando le diverse pulsioni e controllando le passioni che caratterizzano l’essere umano. Nel caso di Marco Aurelio, però, questa stretta riflessione sulla sua interiorità tende a sfociare in un profondo pessimismo e in un senso di sfiducia nei confronti del genere umano.
Secondariamente, non può non mancare da parte dell’imperatore una riflessione sull’anima razionale e sulle sorti dell’umanità. Per Marco Aurelio, come per Seneca, l’anima è separata dal corpo ed è a sua volta divisa in due parti: una, soprannominata spirito, ed essenza volatile e una, detta intelletto, che funge da centro di controllo per tutte le azioni. Compito dell’uomo sarebbe quello di comprendere i fenomeni che lo circondano e di analizzarli facendo leva sulla parte razionale dell’anima.
Cuore pulsante del pensiero del filosofo resta però la già citata idea di scrittura come rifugio e come momento in cui l’imperatore può smettere i suoi abiti di uomo politico e dedicarsi alla riflessione.
Se si volessero trarre delle conclusioni da quanto detto, ci si potrebbe interrogare su quanto abbiano influito queste idee filosofiche sul modo di vivere la politica da parte dell’imperatore. Marco Aurelio fu noto già in vita come re filosofo e stimato dai suoi successori, visse nel rammarico di non aver potuto applicare in maniera assoluta le sue idee liberali.
Il potere dell’Impero romano faceva leva sulle legioni e sulla forza dei combattenti e non era certo possibile mostrare quella mollitia tipicamente greca tanto inneggiata dai sostenitori del mos maiorum ma, anche agli occhi dei contemporanei, Marco Aurelio non poteva non apparire come un imperatore rivoluzionario, pronto a mostrare al suo Impero la forza del pensiero moderno. Per questo motivo, Marco Aurelio resta uno dei filosofi simbolo del periodo di transizione della filosofia, oltre che della cultura romana.