Einstein e il suo pensiero: la teoria della roulette e la legge dei grandi numeri

La roulette è un gioco davvero affascinante e che nel tempo ha catturato l’interesse di tantissime persone. Nemmeno il più grande matematico di tutti i tempi, Albert Einstein, riuscì a rimanere impassibile davanti a quella pallina d’avorio che rotola incessantemente all’interno di una ruota.
La teoria della roulette di Einstein
Einstein, dopo un accurato quanto complesso studio che vi illustreremo tra poco, arrivò alla rivelazione finale: vincere alla roulette utilizzando un metodo è impossibile. Questa scoperta lo portò a concludere il suo ragionamento con una buffa frase:” L’unico modo per battere la roulette consiste nel rubare i soldi mentre il croupier non guarda.”
Questo concetto è dimostrabile anche senza spiegare al dettaglio i complessi calcoli eseguiti da Albert Einstein. Per farlo dovrete seguirci passo a passo, cominciando dalla cose più semplici.
Partiamo da un dato di fatto: non è possibile scommettere su tutte le caselle della roulette perché, se anche se lo facessimo, andremmo comunque in perdita nonostante l’ovvia vincita. Ok, andiamo avanti: i numeri che non avete scelto è probabile che escano? Certo ed è molto più probabile che accada questo piuttosto che vinciate voi.
Tutto questo per dire che il gioco della roulette è un gioco dettato dal caos e che è impossibile elaborare un sistema razionale per vincere, dovrete lasciare fare alla dose di fortuna di cui siete in possesso! Non siete convinti? Addentriamoci di più nell’argomento.
La pallina, nel bene o nel male, non ha memoria e non ha predilizioni per nessuno. Tutto questo è stato spiegato nella legge sull’indipendenza degli eventi secondo la quale ogni giro della pallina è indipendente dagli eventi passati.
Questo ribalterebbe tutte le teorie scaramantiche dei giocatori più accaniti che spesso ipotizzano che se un evento non si è presentato per un lungo periodo, è molto probabile che accada da lì a poco. Per riassumere in una sola riga: ci sono le stesse possibilità che esca per tre volte consecutive un numero o che non esca mai per tre settimane. Altre teorie dei giochi si sono fatte avanti nel corso della storia, non solo roulette ma anche poker, come spiega il matematico Neumann nella sua teoria dei giochi.
Einstein e la legge dei grandi numeri
Un’altra teoria tirata in ballo da Einstein (ma non formulata da quest’ultimo) è la legge dei grandi numeri.
In pratica si afferma che “con l’aumentare dei tentativi, la probabilità media prevista di verificarsi di un evento si avvicina molto alla sua reale probabilità di successo”. Ve lo spieghiamo meglio con un esempio: se giocassimo sempre sul rosso e nero, i risultati, dopo 10 tiri, potrebbero essere di ogni tipo. Potrebbe essere uscito il nero per 10 volte, oppure 7 volte il rosso e 3 il nero.
Aumentando invece il numero dei lanci (o facendoli tendere a infinito come vuole invece la regola) la possibilità che esca un colore è quasi identica a quella di un altro ovvero del 50% che è, come dicevamo prima, la reale possibilità. Ricordatevi anche che, come diceva Einstein, “la roulette non è un gioco equo” dove per gioco equo si intende “quando il giocatore che vince riceve un importo uguale al prodotto tra la somma giocata e l’inverso della sua probabilità di vincita”.
Esempio: scommetto su un numero e quindi ho 1/37 di possibilità di vittoria e se vincessi, dopo aver puntato un euro, realizzerei un profitto di 36 euro. Questo però non accade perché il Casinò paga la somma scommessa dal giocatore solo per 35 volte, e non 36 perché non considera lo zero. Pensiamola nella pratica: quando il casinò vince, si prende tutte le puntate dei giocatori; mentre quando perde paga una somma inferiore a quando dovuto.
Infatti il banco parte sempre da una possibilità di battere il giocatore superiore del 2,7%, cifra calcolata grazie al divario esistente tra il pagamento e la probabilità media.
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