Alejandro Jodorowsky: l’artista filosofo contemporaneo

Introduzione all’artista Jodorowsky
Trovare una definizione esatta per inquadrare la figura di Alejandro Jodorowsky non è per niente un’impresa facile. Nel corso della sua vita ha intrapreso innumerevoli fatiche artistiche in diversi campi che lo hanno portato ad essere quell’artista poliedrico che tutti noi oggi conosciamo.
Regista, scrittore, mimo, autore di teatro, poeta, romanziere e sceneggiatore di fumetti, la vita artistica di Jodorowsky non ha mai trovato pace, fortunatamente per il pubblico che lo segue in maniera quasi religiosa, e lo ha spinto sempre più verso nuovi orizzonti, in cui ha prevalso sempre più l’aspetto visionario a discapito dei percorsi più canonici e tradizionalisti.
Jodorowsky nacque in Cile nel 1930 da genitori ucraini ebrei, ma ventitre anni dopo partì alla volta della Francia, Parigi per la precisione, dove vive tuttora.
Produzione cinematografica, i film più di rilievo
L’artista è divenuto maggiormente noto per la sua produzione cinematografica. Su tutti i film realizzati, quelli che spiccano si contraddistinguono per essere una sorta di dichiarazione di intenti di quella che sarebbe stata la sua vita artistica futura.
Il primo è El Topo (1971), dove Jodorowsky è sia regista che protagonista; di chiara matrice surrealista, El Topo, narra delle vicende di una sorta di cavaliere alla continua ricerca del senso della vita in un continuo susseguirsi di folgorazioni talvolta anche simboliste.
La vera e propria consacrazione arriva, però, con “La montagna sacra” dove anche qui il regista partecipa nelle veste di attore. La fabula, divisa in tre sezioni, narra di un criminale molto rassomigliante a Gesù Cristo che, tramite le sue vicende, mette implicitamente in discussione, con simbolismi e personaggi emblematici, alcuni valori della società.
In particolare Jodorowsky si scaglia contro le condizioni drammatiche di un continente, l’America Latina, che viene sfruttata e spremuta dal capitalismo del nord America e dalla prepotenza delle dittature che vengono appoggiate e trovano legittimazione nella religione.
Produzione letteraria e testi
Tra le avventure artistiche condotte dal poliedrico artista non si può non menzionare la sua produzione letteraria che ha avuto inizio negli anni 70 con il volume “Panico”. Si tratta del primo libro derivato dal movimento artistico “Panic movement” che si rifaceva al dio Pan di cui Jodorowsky era esponente.
Altra opera interessante è “Quando Teresa si arrabbiò con Dio”, risalente al 1998, che tratta della storia della propria famiglia, rivisitata con toni epici, e della migrazione che fecero i genitori dell’artista quando, dalla Russia, scelsero di migrare fino ad arrivare in Cile dove sarebbe nato Jodorowsky.
L’artista ha sempre dimostrato di attingere a piene mani dai miti del cristianesimo, a testimonianza ulteriore di questo fatto c’è il libro “I vangeli per guarire”, dove ancora una volta c’è una rilettura.
Si tratta, infatti, della rivisitazione in chiave moderna del mito del Vangelo dove viene instaurato un ponte ideale tra l’umanità e la divinità che però non si addentra nella contestazione ai miti religiosi canonici.
Il pensiero di Jodorowsky: la Psicomagia
Una parola chiave che sicuramente descrive molto della figura del cileno è “Psicomagia”. Con questo termine, a cui Jodorowski ha dedicato libri e trattati, tenta un diverso approccio alla nostra realtà e al modo di affrontarla.
In questa visione, la vita non viene relegata alla semplice quotidianità, ma acquisisce una nuova prospettiva che permette di affrontare il mondo con nuovi metodi come il teatro, la magia e alcuni rituali pagani. È davvero riduttivo cercare di riassumere il concetto di psicomagia in poche righe, ma con questo nuovo metodo Jodorowsky cerca di raccontare la conosciuta e monotona realtà sotto nuovi aspetti e con diversi piani di lettura e di interpretazione.
Jodorowski e la sua vena fumettistica
Dulcis in fundo Jodorowsky è stato particolarmente fertile anche sul piano del fumetto, progetto con quale iniziò a collaborare con un fumettista di pregio come Moebius. Da questo sodalizio nacque quello che fu considerato per lungo tempo uno dei migliori fumetti di quel tempo: il ciclo, composto da sei volumi, “L’incal”.
Si tratta di un fumetto fantascientifico ambientato in un futuro distopico in cui un detective riceve un misterioso oggetto, l’incal per l’appunto, dalle mani di un morente alieno. Quello che il protagonista ancora non sa è che molte fazioni di quel futuro sono alla ricerca, disperata e violenta, dell’oggetto e da qui si innescherà il moto narrativo del fumetto. Si potrebbe parlare per ore di tutto quello che l’artista, ancora attivissimo, ha fatto durante la vita e probabilmente non sarebbe minimamente esaustivo.
L’unica maniera per tentare un approccio è quella di tuffarsi nel mondo dell’artista cileno e uscirne sicuramente arricchiti.