Alda Merini, poetessa, aforista e scrittrice italiana

Prima la poesie, poi la scrittura in prosa e in mezzo a tutto ciò anche gli aforismi; parlare di Alda Merini e di quello che ha fatto durante la sua vita significa dover raccontare tutto questo, senza alcuna esclusione. Il suo talento per la poesia fu scoperto a soli 15 anni e da allora Alda Merini non si fermo più.
Alda: un’artista italiana contemporanea
Dietro al suo esordio c’era Giacinto Spagnoletti, critico letterario e a sua volta poeta, che intuì le sue capacità e pubblicò i suoi lavori nell’Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949; fu grazie a questa esperienza che Alda venne a contatto con i principali esponenti della cultura italiana.
“Ma i poeti, nel loro silenzio, fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle”. Così scrisse Alda Merini in una sua poesia e già in queste parole si poteva leggere una sorta di dichiarazione di intenti di quello che sarebbe accaduto negli anni avvenire.
Infatti la sua vis artistica sarebbe stata, negli anni, una strumento mutevole con cui avrebbe dato vita e voce al popolo, agli emarginati, scrivendo versi in grado di scoperchiare il vaso di Pandora di quella parte dimenticata della società.
Adolescenza di Alda Merini
Una parte importante della sua poesia la si deve ai tormenti che soffrì durante la vita e che la portò a lunghi periodi di ricovero per una malattia mentale dovuta probabilmente a un disturbo bipolare.
Alla fine di 10 anni molto duri dovuti ai ricoveri, Alda Merini pubblicò la sua esperienza in “Terra Santa”, una raccolta di poesie che si pone come un racconto di quel periodo, un’opera considerata dalla critica letteraria il capolavoro della scrittrice.
Accanto a tutto questo trova spazio la prosa. L’esperienza del manicomio, dei disturbi mentali, oltre che nel già citato “Terra Santa“, si fa largo nel romanzo “Diario di una diversa”. Si tratta di una narrazione del percorso, spiegato in maniera estremamente lucida, della vita in clinica e delle emozioni scaturite da quell’esperienza.
Aforismi
Fu a pochi metri dai navigli di Milano che la Merini, a fine anni 80, trovò il suo periodo più fertile per quanto riguarda la scrittura in prosa: “Delirio amoroso” e “Il tormento delle figure” risalgono proprio a quegli anni.
Ma forse ai più Alda Merini è nota soprattutto pergli aforismi che iniziò a scrivere alla fine degli anni Novanta. Si tratta di centinai di minitesti che formano un vero e proprio genere letterario che la Merini padroneggiò al meglio sdoganando il sessismo celato dietro questa tipologia di scritti.
Infatti, prima della scrittrice, il genere aforisma era perlopiù appannaggio degli uomini, a differenza di quanto era accaduto per la poesia e per il romanzo che avevano già vissuto un processo di apertura anche verso l’altro sesso.
I migliori aforismi di Alda Merini sono raccolti nel libro “Aforismi e magie” arricchiti anche dalle illustrazioni di Alberto Casiraghi.
Nonostante l’abbandono della forma poesia, gli aforismi mantennero comunque un vena spiccatamente poetica tanto da sembrare, a volte, versi estrapolati da componenti poetici.
Fu l’ultimo genere con il quale Alda Merini si cimentò prima della sua morte e, come racconta in un suo componimento, lo descrisse dicendo “L’Aforisma è genio e vendetta e anche una sottile resa alla realtà biblica”.